Bio, derivati e riciclo – es mozzarella invenduta che diventa provola affumicata, benessere animale
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Let us help you build trust in your food
Il Programma Food Trust nasce con l’intento di affiancare le aziende del settore agroalimentare nel processo di valorizzazione delle caratteristiche distintive dei propri prodotti, seguendone l’intero ciclo di vita – dall’origine fino alla tavola del consumatore – senza soluzione di continuità della filiera e nella più ampia prospettiva di sviluppo sostenibile ESG – ambientale, sociale e di governance.
#PwCforFoodTrust
Build trust in society and solve important problems
Negli ultimi anni la propensione all’acquisto di un prodotto alimentare ha subito un radicale cambiamento. Se il prezzo è stato per lungo tempo il maggiore elemento di competizione ed un discriminante effettivo, da qualche tempo si assiste ad una crescente attenzione verso altri fattori: qualità e sostenibilità del prodotto.
L’attenzione crescente verso tali temi consegue nella proporzionalità diretta tra fiducia nel prodotto (o nel marchio del medesimo) e propensione all’acquisto. Inoltre, questo è un tema a cui soprattutto i più giovani si dimostrano fortemente sensibili.
Fonte: Rapporto Coop Consumi, Environmental research 2019 by LEXIS
L’integrazione effettiva della filiera permette di considerare in modo differente e molto più efficace i temi collegati allo sviluppo sostenibile. La pubblicità, ovviamente, se n’è immediatamente accorta. Questo spiega il recente florilegio di spot pubblicitari che cavalcano temi di filiera, a ulteriore segnale e dimostrazione del cambio di tendenza da parte dei consumatori.
Ma tutto questo è sufficiente? Come distinguere gli slogan dai fatti?
L’Agenda 2030 dell’ONU, sottoscritta nel 2015 dai 193 Paesi membri, definisce 17 obiettivi da perseguire per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDG – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
Nell’ambito dell’agro-alimentare, gli SDG si declinano in driver di creazione del valore – tanto materiale quanto immateriale – che permettono una definizione chiara, precisa e completa del valore aggiunto collegato al loro insieme.
La conoscenza dell’effettivo ciclo di vita di un prodotto agroalimentare consegue nella possibilità di saperne raccontare la storia. Ciò comprende e soddisfa anche tematiche che il legislatore ha caratterizzato come tracciabilità e rintracciabilità del prodotto, ed è dal lontano 2002 che se ne parla.
L’applicazione di norme europee o nazionali in molte realtà è spesso limitata all’osservanza formale del testo legislativo; più di recente, la pubblicità ha cavalcato la crescente domanda di informazioni e trasparenza, ed è ormai evidente quanto generici rimandi a “tracciabilità di filiera” o “controlli frequenti” siano condizioni necessarie ma non più sufficienti per guadagnare la fiducia del consumatore.
Cosa significa tutto ciò, e che cosa implica per le aziende del settore? Quale è il valore commerciale di tali prassi?
Innanzi tutto, opportunità di distinguere il proprio prodotto dalla massa dei concorrenti – prodotto identitario contro bene generico – con conseguenti ricadute su redditività e immagine.
Inoltre, un sistema di “intelligence di filiera” efficace e condiviso permette la rivisitazione di prassi e processi operativi, cognitivi e decisionali con modalità che superano il tradizionale e frammentato scenario per cui ogni attore della filiera è un mondo a sé. In tale modo, si amplificano svariati benefici, a tutto vantaggio non solamente di un’azienda ma dell’intero ecosistema delle aziende della filiera.
È anche importante sottolineare che, sebbene la tecnologia è abilitatore fondamentale dell’integrazione della filiera, il fattore determinante la vera trasformazione digitale della filiera integrata rimane la volontà di ridefinire i paradigmi di cooperazione e trasparenza nei rapporti commerciali e industriali tra le aziende partecipanti.
Tutto ciò ha come fine ultimo e condiviso la massimizzazione della capacità collettiva di trasformare dati e informazioni congiunti in valore misurabile per il business di ciascuna azienda partecipante.
La cooperazione tra tutti gli attori coinvolti e l’integrazione digitale della filiera rendono disponibile un patrimonio informativo assai ricco e completo. Ne consegue la possibilità di monitorare in tempo quasi-reale una molteplicità di indicatori (KPI) non più limitati alla singola impresa ma bensì riferiti all’intero ecosistema di filiera
Questo fatto offre alle aziende partecipanti conoscenza e rappresentazione senza precedenti delle performance di prodotto e dei processi di produzione. È dunque possibile condividere tale conoscenza per migliorare prodotto e prestazioni con un approccio integrato, applicabile non solo ai processi operativi e produttivi ma anche agli aspetti finanziari che accompagnano lo svolgersi giornaliero del business.
La possibilità di condividere tale conoscenza risulta assai promettente per il settore finanziario, che potendo disporre di siffatta vista privilegiata sulle performance dell’intera filiera potrebbe ragionare di temi quali credito, copertura dei rischi e finanza di filiera in termini assai diversi dall’attuale.
L’aspetto veramente innovativo e promettente sta proprio nella potenziale opportunità di facilitare l’accesso all’offerta a tutti i membri della filiera sulla base dell’effettiva performance di questa, piuttosto che sulla base di analisi di passati bilanci. Tutto ciò si risolve quindi in una situazione che risulta essere vantaggiosa per tutti gli attori coinvolti nella filiera del credito, con reciproci scambi di valore.
La capacità di controllare meglio, puntualmente e con maggiore dettaglio, un sistema integrato di filiera consegue in maggiori possibilità di sviluppo armonico del business. In particolare, su intervalli di tempo medio-lunghi tale capacità consegue in una differenza sostanziale del valore generato.
Tutto ciò avrà maggiore significato se si sarà fatto il lavoro (non banale) di analizzare ciò che conta realmente lungo la catena del valore, dove risiede il maggiore potenziale e quali elementi del business offrono maggiore impatto. Le aziende proattive ricercano con cura le iniziative potenziali e rendono pubblici sia approccio che risultati, non ultimo per gli investitori, per il tramite di metriche ESG, report CSR e Bilanci di Sostenibilità.
Descrivere nei dettagli la storia di un prodotto agroalimentare significa poter raccogliere le informazioni significative sull’intera filiera e senza soluzione di continuità. Tale operazione, che richiede interoperabilità e osmosi informativa tra aziende, non può mai essere appannaggio di un solo componente della filiera, per quanto rilevante questo possa essere. È dunque necessario costruire un modello integrato e cooperativo di raccolta dati che sia al contempo sufficientemente ampio, coprendo quanto più possibile dell’intera filiera, e sufficientemente profondo, raccogliendo il massimo dettaglio informativo funzionale agli obiettivi preposti.
Ogni organizzazione attiva nella filiera utilizza sistemi informatici a supporto della propria operatività, controllo gestionale e amministrazione. Quindi, moltissime informazioni e dati esistono già, anche se la loro circolazione è in genere limitata all’ambito dell’organizzazione di origine. È possibile ottenere un’effettiva situazione di interoperabilità dei sistemi esistenti per il tramite di un mezzo di integrazione che, senza richiedere modifiche ai suddetti sistemi, offra la possibilità di governare completamente tutti i dati che è utile acquisire e mettere a fattor comune.
Per affrontare queste sfide, PwC ha investito nella realizzazione di una piattaforma digitale capace di indirizzare nel modo migliore tali temi. Il risultato è un’architettura applicativa di interoperabilità pragmatica, economica nella scelta dei componenti software di base e al contempo stato dell’arte nella concezione assolutamente innovativa del disegno concettuale dell’architettura informatica.
ValueGo® è la piattaforma digitale che abilita il modello integrato di interoperabilità informativa di filiera.
L’interoperabilità informativa e la valorizzazione dei dati di filiera abilitate da ValueGo® insistono su 4 elementi principali: