The Food Trust Programme

Let us help you build trust in your food

Il Programma Food Trust nasce con l’intento di affiancare le aziende del settore agroalimentare nel processo di valorizzazione delle caratteristiche distintive dei propri prodotti, seguendone l’intero ciclo di vita – dall’origine fino alla tavola del consumatore – senza soluzione di continuità della filiera e nella più ampia prospettiva di sviluppo sostenibile ESG – ambientale, sociale e di governance.

#PwCforFoodTrust

Food Trust Programme

Build trust in society and solve important problems

La missione che PwC si è assegnata è di porsi al fianco dei propri clienti per affrontare insieme le sfide più rilevanti, lasciando un'impronta tangibile sulla società.

Da sempre lavoriamo con le migliori aziende, aiutandole a crescere, migliorandone la governance, le prassi e i sistemi con il fine ultimo d'incrementare il grado di fiducia di cui già godono.

Fiducia nei prodotti che il cliente sceglie di acquistare, fiducia nel brand e nell'azienda che li produce o commercializza e – elemento sempre più importante – fiducia nell’intera filiera in cui l’azienda produttrice opera.

I principi chiave

Negli ultimi anni la propensione all’acquisto di un prodotto alimentare ha subito un radicale cambiamento. Se il prezzo è stato per lungo tempo il maggiore elemento di competizione ed un discriminante effettivo, da qualche tempo si assiste ad una crescente attenzione verso altri fattori: qualità e sostenibilità del prodotto.

L’attenzione crescente verso tali temi consegue nella proporzionalità diretta tra fiducia nel prodotto (o nel marchio del medesimo) e propensione all’acquisto. Inoltre, questo è un tema a cui soprattutto i più giovani si dimostrano fortemente sensibili.

 

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Fonte: Rapporto Coop Consumi, Environmental research 2019 by LEXIS

L’integrazione effettiva della filiera permette di considerare in modo differente e molto più efficace i temi collegati allo sviluppo sostenibile. La pubblicità, ovviamente, se n’è immediatamente accorta. Questo spiega il recente florilegio di spot pubblicitari che cavalcano temi di filiera, a ulteriore segnale e dimostrazione del cambio di tendenza da parte dei consumatori.

Ma tutto questo è sufficiente? Come distinguere gli slogan dai fatti?

Porre fine alla povertà in tutte le sue forme in tutto il mondo.
Porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l'agricoltura sostenibile.
Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.
Garantire un'istruzione di qualità inclusiva e paritaria e di promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.
Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.
Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti.
Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l'industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l'innovazione.
Ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi.
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere i cambiamenti climatici.
Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.
Pace, giustizia e istituzioni forti.
Rafforzare i mezzi di attuazione degli obiettivi e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Obiettivi per uno sviluppo sostenibile

L’Agenda 2030 dell’ONU, sottoscritta nel 2015 dai 193 Paesi membri, definisce 17 obiettivi da perseguire per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDG – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.

Nell’ambito dell’agro-alimentare, gli SDG si declinano in driver di creazione del valore – tanto materiale quanto immateriale – che permettono una definizione chiara, precisa e completa del valore aggiunto collegato al loro insieme.

Cooperazione

In situazioni di complessità crescente delle filiere agroalimentari, il monitoraggio e il controllo dell'intero ecosistema produttivo richiede l'adozione di un nuovo paradigma di collaborazione paritetica da parte di tutti gli attori che contribuiscono, in qualche modo, alla realizzazione del prodotto finale. L’accumulo della conoscenza acquisita durante il ciclo di produzione, grazie al contributo di dati e informazioni che ogni membro della filiera può offrire, secondo il proprio ruolo, consegue nel costante arricchimento di una base di conoscenza condivisibile e di notevole valore potenziale per tutti. La possibilità di condividere una singola sorgente di “verità documentata” garantisce maggiore trasparenza all’intero ecosistema produttivo e garantisce della credibilità della storia del prodotto, a beneficio di tutti i partecipanti e fino a includere il destinatario ultimo del prodotto.

La cooperazione dell’ecosistema di produzione è prerequisito di maggiore trasparenza.

Trasparenza

Conoscere l’effettiva storia del prodotto presuppone di poterne documentare puntualmente lo sviluppo lungo tutto il suo ciclo di vita. Tale documentazione è la risultante dei contributi di tutti i membri dell’ecosistema produttivo. Ciascuno ha la responsabilità di accrescere in totale trasparenza il patrimonio informativo comune con i dati e le informazioni sotto suo diretto controllo. La raccolta e la condivisione di dati e informazioni, concordate con tali modalità, portano a superare le tradizionali barriere alla comunicazione reciproca, valorizzando al contrario un paradigma di relazioni che fonda sulla reciproca trasparenza la possibilità per ciascuno di valorizzare al meglio il proprio operare virtuoso.

La trasparenza dei comportamenti consegue in migliore e più ampia visibilità sulle operazioni di filiera.

Visibilità

La frammentazione e disomogeneità qualitativa di dati e informazioni, riscontrabile da un estremo all’altro della filiera produttiva, consegue nella difficoltà di valorizzare appieno le caratteristiche salienti di prodotti che, al contrario, sono frutto di un certosino lavoro di selezione delle materie prime, di moltissimi controlli di qualità e di sicurezza alimentare, nonché di un maniacale rispetto di rigidi disciplinari di produzione. È lecito quindi ambire a un migliore controllo del proprio ecosistema produttivo – qualunque sia la sua complessità – ampliando il proprio orizzonte di visibilità sia in ampiezza sulla filiera che nel dettaglio dei singoli eventi al fine di anticipare problemi e migliorare la capacità di adattamento alle sollecitazioni subite.

Maggiore visibilità consegue nella capacità di superare tradizionali limiti e consuetudini: comprendendo meglio, validando con fiducia, anticipando con confidenza.

Identità

Passo dopo passo, il prodotto agro-alimentare si trasforma; ogni fase di tale processo contribuisce ad arricchirne la storia, incrementando l’eredità complessiva di dati e informazioni, a partire dai singoli ingredienti. L'eredità dei dati storici associati a ciascun ingrediente o componente si combina con dati nuovi, raccolti in ogni evento significativo dei processi di produzione e distribuzione, andando infine a comporre l’intera storia del prodotto, dettagliandola completamente e di fatto definendo l’identità di quest’ultimo.

L’identità distingue. Un prodotto con identità distintiva e certa vale più di prodotto anonimo e indistinguibile.

Fiducia

Riporre fiducia in un prodotto presuppone di riconoscerne la qualità oggettiva e, quindi, di conoscerne l’intera storia.

Riconoscerne la precisa identità implica poi di poter verificare fatti ed eventi legati al suo ciclo di vita e durante tutte le fasi di trasformazione che hanno condotto alla sua esistenza. Ciò richiede un processo cooperativo di condivisione ed elaborazione delle informazioni con caratteristiche di forte discontinuità rispetto al passato e che coinvolge l'intera filiera.

La conoscenza genera fiducia.

Obiettivi e benefici

La conoscenza dell’effettivo ciclo di vita di un prodotto agroalimentare consegue nella possibilità di saperne raccontare la storia. Ciò comprende e soddisfa anche tematiche che il legislatore ha caratterizzato come tracciabilità e rintracciabilità del prodotto, ed è dal lontano 2002 che se ne parla.

L’applicazione di norme europee o nazionali in molte realtà è spesso limitata all’osservanza formale del testo legislativo; più di recente, la pubblicità ha cavalcato la crescente domanda di informazioni e trasparenza, ed è ormai evidente quanto generici rimandi a “tracciabilità di filiera” o “controlli frequenti” siano condizioni necessarie ma non più sufficienti per guadagnare la fiducia del consumatore.

Cosa significa tutto ciò, e che cosa implica per le aziende del settore? Quale è il valore commerciale di tali prassi?

Innanzi tutto, opportunità di distinguere il proprio prodotto dalla massa dei concorrenti – prodotto identitario contro bene generico – con conseguenti ricadute su redditività e immagine.

Inoltre, un sistema di “intelligence di filiera” efficace e condiviso permette la rivisitazione di prassi e processi operativi, cognitivi e decisionali con modalità che superano il tradizionale e frammentato scenario per cui ogni attore della filiera è un mondo a sé. In tale modo, si amplificano svariati benefici, a tutto vantaggio non solamente di un’azienda ma dell’intero ecosistema delle aziende della filiera.

È anche importante sottolineare che, sebbene la tecnologia è abilitatore fondamentale dell’integrazione della filiera, il fattore determinante la vera trasformazione digitale della filiera integrata rimane la volontà di ridefinire i paradigmi di cooperazione e trasparenza nei rapporti commerciali e industriali tra le aziende partecipanti.

Tutto ciò ha come fine ultimo e condiviso la massimizzazione della capacità collettiva di trasformare dati e informazioni congiunti in valore misurabile per il business di ciascuna azienda partecipante.

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Credito di Filiera

La cooperazione tra tutti gli attori coinvolti e l’integrazione digitale della filiera rendono disponibile un patrimonio informativo assai ricco e completo. Ne consegue la possibilità di monitorare in tempo quasi-reale una molteplicità di indicatori (KPI) non più limitati alla singola impresa ma bensì riferiti all’intero ecosistema di filiera

Questo fatto offre alle aziende partecipanti conoscenza e rappresentazione senza precedenti delle performance di prodotto e dei processi di produzione. È dunque possibile condividere tale conoscenza per migliorare prodotto e prestazioni con un approccio integrato, applicabile non solo ai processi operativi e produttivi ma anche agli aspetti finanziari che accompagnano lo svolgersi giornaliero del business.

La possibilità di condividere tale conoscenza risulta assai promettente per il settore finanziario, che potendo disporre di siffatta vista privilegiata sulle performance dell’intera filiera potrebbe ragionare di temi quali credito, copertura dei rischi e finanza di filiera in termini assai diversi dall’attuale.

L’aspetto veramente innovativo e promettente sta proprio nella potenziale opportunità di facilitare l’accesso all’offerta a tutti i membri della filiera sulla base dell’effettiva performance di questa, piuttosto che sulla base di analisi di passati bilanci. Tutto ciò si risolve quindi in una situazione che risulta essere vantaggiosa per tutti gli attori coinvolti nella filiera del credito, con reciproci scambi di valore.

Indici di Sostenibilità

La capacità di controllare meglio, puntualmente e con maggiore dettaglio, un sistema integrato di filiera consegue in maggiori possibilità di sviluppo armonico del business. In particolare, su intervalli di tempo medio-lunghi tale capacità consegue in una differenza sostanziale del valore generato.

E

La sostenibilità ambientale è legata alla situazione di equilibrio del sistema produttivo, dato che un ecosistema in equilibrio è implicitamente sostenibile. Dato che l’interazione tra sistemi complessi aumenta le probabilità di perturbazioni e fa aumentare il rischio di alterazioni irreversibili è importante disporre di elementi oggettivi per misurare la capacità di resilienza e di risposta alle possibili perturbazioni, anticipando e mitigando i rischi associati.

S

La sostenibilità relativamente agli stakeholder si configura con la capacità di garantire pari condizioni di benessere – sicurezza, salute, istruzione, ambiente, socialità, tempo libero – equamente distribuite per classi e genere in un contesto etico di operatività e di redistribuzione parziale sul territorio del valore generato.

G

La sostenibilità economica è fortemente collegata alla governance del business; come tale riguarda e comprende ogni iniziativa e azione intese a migliorare tanto l’efficienza quanto l’efficacia dei processi operativi, gestionali, organizzativi e decisionali. In breve, l’intero governo del business. Misurare il successo di un’iniziativa presuppone la definizione di metriche e di parametri che rappresentino in modo completo, significativo e realistico tanto le azioni intraprese quanto i risultati attesi ed effettivamente ottenuti.

Tutto ciò avrà maggiore significato se si sarà fatto il lavoro (non banale) di analizzare ciò che conta realmente lungo la catena del valore, dove risiede il maggiore potenziale e quali elementi del business offrono maggiore impatto. Le aziende proattive ricercano con cura le iniziative potenziali e rendono pubblici sia approccio che risultati, non ultimo per gli investitori, per il tramite di metriche ESG, report CSR e Bilanci di Sostenibilità.

 

Applicazioni e casi d’uso

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Tecnologia

Descrivere nei dettagli la storia di un prodotto agroalimentare significa poter raccogliere le informazioni significative sull’intera filiera e senza soluzione di continuità. Tale operazione, che richiede interoperabilità e osmosi informativa tra aziende, non può mai essere appannaggio di un solo componente della filiera, per quanto rilevante questo possa essere. È dunque necessario costruire un modello integrato e cooperativo di raccolta dati che sia al contempo sufficientemente ampio, coprendo quanto più possibile dell’intera filiera, e sufficientemente profondo, raccogliendo il massimo dettaglio informativo funzionale agli obiettivi preposti.

Ogni organizzazione attiva nella filiera utilizza sistemi informatici a supporto della propria operatività, controllo gestionale e amministrazione. Quindi, moltissime informazioni e dati esistono già, anche se la loro circolazione è in genere limitata all’ambito dell’organizzazione di origine. È possibile ottenere un’effettiva situazione di interoperabilità dei sistemi esistenti per il tramite di un mezzo di integrazione che, senza richiedere modifiche ai suddetti sistemi, offra la possibilità di governare completamente tutti i dati che è utile acquisire e mettere a fattor comune.

Per affrontare queste sfide, PwC ha investito nella realizzazione di una piattaforma digitale capace di indirizzare nel modo migliore tali temi. Il risultato è un’architettura applicativa di interoperabilità pragmatica, economica nella scelta dei componenti software di base e al contempo stato dell’arte nella concezione assolutamente innovativa del disegno concettuale dell’architettura informatica.

La piattaforma ValueGo®

ValueGo® è la piattaforma digitale che abilita il modello integrato di interoperabilità informativa di filiera.

L’interoperabilità informativa e la valorizzazione dei dati di filiera abilitate da ValueGo® insistono su 4 elementi principali:

Raccolta dei dati dall’ecosistema

I dati raccolti dalla filiera che alimentano la piattaforma ValueGo® possono provenire dalle fonti più diverse. Una sorgente dati è un qualsiasi generatore di dati considerato utile ai fini della documentazione della storia (digitale) del prodotto.

Acquisizione dei dati

I dati raccolti dalle varie sorgenti vengono poi “ingeriti” da ValueGo® tramite un motore di elaborazione che inoltre armonizza e storicizza le sequenze degli eventi documentati.

Ontologie e Identità Digitale del prodot

Tramite una funzionalità brevettata, ValueGo® analizza e valuta la rispondenza dei dati raccolti rispetto a standard, disciplinari e altre regole, rappresentati tramite ontologie, in modo da confermare l’effettiva ottemperanza alle norme di operato e prodotto.

Visualizzazione dei dati

ValueGo® offre a tutti gli stakeholder abilitati la possibilità di accedere e visualizzare in modo personalizzato i dati raccolti. Ciascuno, quindi, può “rileggere” la storia del prodotto in base al proprio ruolo nella filiera o in base alle proprie necessità.

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Contact us

Vincenzo Grassi

Partner | Markets Consulting, PwC Italy

Roberto Tavano

Lead | The Food Trust Programme, PwC Italy

Francesca Pozzi

Senior Manager | The Food Trust Programme, PwC Italy

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